Home » Sea-ty: un progetto per la tutela della Secca di Santo Stefano

Sea-ty: un progetto per la tutela della Secca di Santo Stefano

Conoscenza, sensibilizzazione e valorizzazione di un’area marina di pregio in un percorso che coinvolgerà turisti, cittadini, amministrazioni e scuole di Santo Stefano al Mare.

L’area marina della Secca di Santo Stefano al Mare e la sua densa prateria di Posidonia oceanica sono state protagoniste del progetto Sea-ty, inaugurato nell’aprile del 2021 e non ancora concluso e che vede come obiettivi la valorizzazione e la diffusione della conoscenza di un’area di estremo pregio naturalistico del Ponente ligure. Il progetto è stato ideato dall’European Research Institute, in collaborazione con l’associazione Reef Check Italia e la biologa marina Monica Previati e grazie al sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito dei “Progetti culturali, attività di valorizzazione dei beni culturali e iniziative in ambito artistico”, obiettivo Pianeta, missione Proteggere l’ambiente. Il progetto, che vede inoltre il supporto del Comune di Santo Stefano al Mare e di associazioni locali come l’asd Informare, ha l’obiettivo di rileggere il legame tra il mare e la città. Non solo un gioco di parole, come suggerisce il nome, ma un percorso di conoscenza, sensibilizzazione e valorizzazione di un’area marina speciale e unica completamente sommersa, la cui presenza è centrale per l’attività e il benessere umano. 

Nonostante il riconosciuto ruolo ecologico della Secca di Santo Stefano e delle praterie di posidonia e la loro presenza all’interno del Santuario Pelagos, una delle aree marine più importanti al mondo per la presenza di cetacei, l’area è ancora poco conosciuta non solo dai cittadini e dai turisti ma anche dagli stessi abitanti e amministratori. Per questo motivo è poco tutelata e spesso è soggetta a forti pressioni dovute ad attività antropiche come la pesca e l’ancoraggio. 

Tra le attività principali, il progetto ha visto non solo la realizzazione di foto, video e materiale divulgativo destinati a diversi pubblici, ma anche una serie di operazioni legate alla raccolta dati sulla biodiversità della zona sottomarina e sull’impatto antropico che subisce. 

Diversi sono stati gli eventi dell’estate 2021, da un’immersione in diretta proiettata durante una serata aperta al pubblico a una giornata di formazione in collaborazione con l’associazione Reef Check Italia onlus, dedicata alle metodologie utilizzate per raccogliere dati sulle specie chiave del Mediterraneo, fino al recupero di due reti fantasma, lunghe circa 200 metri e disperse sulla Secca di Santo Stefano al Mare, a due chilometri circa dalla costa e ad una profondità di circa 35mt. Le reti fantasma rappresentano una delle più consistenti minacce all’ecosistema e sono una delle fonti principali di inquinamento da plastica poiché, una volta disperse sul fondale, continuano a “pescare” passivamente, intrappolando, ferendo e uccidendo migliaia di pesci, tartarughe e cetacei. Pochi mesi dopo il suo avvio, il progetto Sea-ty ha potuto collaborare anche con AWorld, l’App ufficiale delle Nazioni Unite a supporto della campagna contro il cambiamento climatico ActNow. Per avere maggiori informazioni sulle attività in corso e su quelle future, consultate la pagina Facebook del progetto.