Scoglio del ferale
Italia, Liguria, La Spezia, La Spezia
Area ZSC terrestre IT 1333371 Portovenere Riomaggiore S.Benedetto
I fondali della zona non sono compresi in nessuna ZSC di tutela marina
Scoglio del Ferale
LAT
LONG
Datum/sistema riferimento
44°04.222’N
09°46.819’E
WGS 84
Profondità massima
Difficoltà
Da 3m a 24m
La visibilità non è sempre ottimale. L’immersione è idonea per possessori di brevetto avanzato se si vuole raggiungere la base della parete, mentre la parte più superficiale è affrontabile anche con brevetto open water.
Circa 500 immersioni all’anno e 5 diving operanti sul sito. L’area è piuttosto battuta dai pescatori professionisti e sportivi.
Attenzione
FRAGILE
Specie
ASPIM
Snorkeling
Diving
Culturale
e naturale
Molto
frequentato
Descrizione sito d’interesse naturale
Lo scoglio del Ferale è una piramide rocciosa che si eleva sul livello del mare per circa 30 m, riconoscibile dalla croce di marmo posta sulla sua vetta. La morfologia del fondale riprende le caratteristiche della parte emersa, con spaccature verticali che corrono lungo la parete. Le rocce in prossimità della superficie fino a circa -15 m sono colonizzate principalmente da alghe sia fotofile che sciafile, mentre andando in profondità domina la componente animale, soprattutto margherite di mare (Parazoanthus axinellae) e madrepore cuscino (Cladocora caespitosa). Nella parte esposta a sud, la principale corrente Ligure costiera, che sposta grandi masse d’acqua verso Est-Ovest, impatta la parete che presenta sin dai 10 metri di profondità numerosissimi ventagli del gorgonaceo Leptogorgia sarmentosa in tutte le sue varianti cromatiche. Più rara la presenza di altre gorgonie, come Eunicella singularis e E. verrucosa. L’ambiente del coralligeno è caratterizzato anche dalle alghe rosse incrostanti Lithophyllum strictaeformae, Mesophyllum alternans, Peyssonnelia rubra e P. squamaria. Tra le specie annesse all’elenco ASPIM sono state rilevate le tanatocenosi dei molluschi Erosaria spurca e Lithophaga lithophaga, l’echinoderma Paracentrotus lividus, oltre che molte colonie della madrepora Cladocora caespitosa. A levante e a ponente dello scoglio si trovano insediamenti su roccia di Posidonia oceanica.
Descrizione sito d’interesse culturale
Pietro Luigi Garavoglia, nato a Livorno Vercellese, nella provincia di Vercelli, il 16 aprile 1847, divenne Guardia Marina di 1^ Classe e nel 1879 raggiunse il grado di Tenente di Vascello addetto alla localizzazione dei punti trigonometrici per la sicurezza della navigazione. Il 28 maggio 1885, mentre era intento nel suo lavoro, Garavoglia cadde dalla sommità di uno scoglio e si ferì gravemente, per poi morire poche ore dopo.
Per onorare la sua memoria, i militari suoi colleghi posero sulla sommità dello scoglio, chiamato Scoglio del Ferale o Roca da Gaiada, una grande croce in marmo di Carrara che, nel 1982 fu divelta da una furiosa tempesta; così, pochi anni più tardi, la Marina Militare posizionò una nuova croce, questa volte in acciaio inossidabile, che ancora si vede sulla sommità dello scoglio e che ricorda i numerosi caduti della marina nelle due guerre.
Proprio vicino alla scoglio, ad una profondità tra i 34 e i 41m, si trova il relitto dell’Equa, uno dei meglio conservati del Levante ligure. Nel 1940 la nave venne requisita dalla Regia Marina, armata e trasformata in cacciasommergibili; quattro anni dopo, a causa di uno speronamento di un’unità tedesca, calò a piccolo in località Punta Monte Nero (Cinqueterre). Oggi è uno dei relitti più visitati della Liguria, essendo ben conservato (nonostante le reti a strascico, alcune delle quali incastrate nella poppa della nave) e con un cannone antiaereo ancora in posizione di tiro e completamente concrezionato da anemoni e ostriche, reso famoso dalle numerose fotografie.