Sentinelle subacquee
Ogni subacqueo può fare la differenza e contribuire alla conoscenza del mondo marino.
In tutto il mondo ed in vari ambiti si sta sviluppando sempre di più la “Citizen Science” ovvero una disciplina in cui i cittadini svolgono attività di monitoraggio e fanno segnalazioni di fenomeni insoliti.
I subacquei sono particolarmente attivi in queste attività e danno un contributo enorme nella raccolta dati sui diversi aspetti dell’ambiente marino;
vi sono diversi protocolli di monitoraggio studiati appositamente per i subacquei ricreativi, protocolli che devono essere semplici, scientificamente corretti e possibilmente divertenti per far si che ogni immersione di piacere diventi anche un piccolo tassello nella conoscenza dell’ambiente marino.
L’importanza della citizen science oltre ad aumentare la mole di dati raccolti permette di informare e rendere consapevole il subacqueo, che diventa appunto una sentinella del mare.
Il subacqueo piò scegliere tra diversi programmi e piattaforme dedicate alla citizen science, alcune più “generiche” altre più specifiche su particolari argomenti, come ad esempio i cambiamenti climatici.
La raccolta di dati da parte dei subacquei ricreativi acquisisce importanza solo quando vengono condivisi con i ricercatori e per far ciò esistono diversi portali appositi come ad esempio @observador del mar e @reefcheck.
Attraverso i protocolli Citizen Science ogni subacqueo può far la differenza e diventare un prezioso alleato della scienza.
Il “Mare Nostrum” sta cambiando (Parte II)
Mentre alcune specie “soffrono” gli effetti dei cambiamenti climatici, altre ne sono avvantaggiate, fin troppo certe volte;
Negli ultimi anni alcune specie sono aumentate a discapito di altre, alcune sono sempre state presenti nella parte meridionale del bacino mediterraneo e gradualmente si sono espanse aumentando anche nella parte più settentrionale; tra queste troviamo ad esempio il Barracuda (Sphyraena viridensis) e la Donzella pavonina (Thalassoma pavo), si tratta di organismi che però essendo già parte “dell’ecosistema mediterraneo” generalmente non creano grossi scompensi da un punto di vista ambientale.
Al contrario le cosiddette specie aliene, ovvero originarie di mari diversi dal mediterraneo, possono causare problemii ecologici seri; queste infatti non trovando predatori naturali spesso si espandono senza controllo, competendo e vincendo contro le specie autoctone.
Tra le specie aliene che minacciano maggiormente l’ecosistema mediterraneo troviamo il Lionfish (Pterois miles), il pesce palla maculato ( Lagocephalus sceleratus) e il Pesce coniglio (Siganus luridus), invece tra le specie bentoniche più dannose troviamo le alghe verdi del genere Caulerpa, in particolare C.cylindracea che compatta il fondale e impedisce l’attecchimento di specie autoctone.
Le specie che attualmente causano maggiori problemi sono per lo più provenienti dal Mar Rosso e rinominate “Lessepsiane”, in ricordo di Ferdinand de Lesseps realizzatore del Canale di Suez.
La presenza di specie invasive non danneggia solamente gli ecosistemi ma anche le comunità locali che trovano il sostentamento su di essi ed il monitoraggio dei fenomeni legati ai cambiamenti climatici è fondamentale per elaborare delle strategie di mitigazione.